DIY: una sviluppatrice

di mauriziopolese

Da un po sto dietro su eBay ad una sviluppatrice Jobo, del genere CPE, ma le aste non nascono come funghi e da fuori europa non mi va di comprare. Sapete com’è, tempi lunghi, spese di dogana… Aggiungete aria di crisi, prezzi alti, dubbi sul cosa arriverà, eccetera eccetera..
Quindi ho pensato: la faccio da me.

Ho chiesto input in una discussione su Flickr, e dopo solo qualche giorno sono riuscito a fare il primo sviluppo. Ora funziona a pieno regime. Quello che ne è uscito è un aggeggio grezzo, non rifinito, e non ancora col controllo della temperatura, ma come diceva il Dottor Frankenstein:

Ma come?

Non è difficile. Il problema non è tanto farla, ma sapere quello che serve.

Lasciando da parte le Jobo piu grosse e completamente automatizzate, come le ATL2500 che usavo al lavoro, una sviluppatrice non è altro che un aggeggio costituito da una vaschetta con almeno una decina di litri di acqua, un motorino elettrico che fa ruotare la tank con le pellicole (alternando la rotazione, possibilmente), e un termostato con un riscaldatore che mantiene costante la temperatura dell’acqua, e quindi del processo chimico.

La mia è schematizzata qui sotto.

sviluppatrice film developer jobo

Per farla ho usato:

  • Una vaschetta, presa da una cassetta degli attrezzi del Briko, 50x25x25 cm circa.
  • un motorino elettrico con riduttore di giri, diametro 27 mm, ma consiglio un po piu grande, ne trovate simili qui
  • una rotella gommata da attaccare al motoriduttore per far ruotare la tank.
  • un alimentatore che trasforma la corrente alternata 220V in continua, variabile tra 3 e 12 V.
  • 4 (o piu) rotelle del Briko, diametro circa 3 cm, 1 euro l’una, come supporto della tank.
  • un interruttore.
  • fili elettrici, viti, chiodi, piastrine, legno, per il supporto e il braccio, e quel che può servire.
  • Un termometro per l’acqua e un contaminuti con allarme da cucina.

Ho speso poco piu di 50 euro. Con al regolazione della temperatura, di cui parlerò dopo, conto di stare intorno i 100 euro, in confronto dei 2-300 che possono servire per una Jobo CPE.

Qui la vedete non ancora terminata, manca tutta la parte elettrica. E conto di costrire un braccio migliore entro breve:

Photobucket

Il funzionamento è semplice: si riempie la vaschetta di acqua, si carica la tank (qui un tubo per le piane 4×5″) con la pellicola e lo sviluppo, si agita qualche secondo e si appoggia sui rulli. Si abbassa il braccio, si avvia il motorino elettrico e la tank ruoterà. Passati i minuti necessari si svuoterà lo sviluppo, e si caricherà col fissaggio, facendola ripartire.

I problemi principali.

Approntare vaschetta e supporto non è difficile. Il problema può essere far girare la tank; esistono due modi di trasmettere il moto: o direttamente in asse alla tank, quindi si potrebbe pensare di usare due calamite, una sul motorino e una sulla tank per dare un collegamento elastico, oppure con una ruota che la trascina. Ho scelto la seconda perchè è possibile cambiare a piacimento il numero di giri della tank con ruote diverse, anche a seconda del diametro della tank. Per farlo occorre sapere il numero di rpm (giri al minuto) del motoriduttore, o leggendolo sulle specifiche o meglio misurandolo a occhio, e trovare una rotella di dimensioni adeguate a trasformare quel numero di giri in quello necessario alla tank. Le Jobo ATL giravano a 25, 50 o 75 giri al minuto. Mediamente quello che ci serve è un giro al secondo. Basta fare un semplice calcolo. Si conoscono il numero di giri prodotto dal motorino (rpm1), il numero di giri necessario alla tank (rpm2), il diametro della tank (R2), e si vuole trovare il raggio R1 della ruota conduttrice da attaccare al motorino.

Photobucket

Ad esempio: Tank R2=50mm che deve girare a rpm2=60, motorino con rpm1=120, il raggio della ruota conduttrice sarà 25mm.

Per migliorare l’attrito tra le ruote si può usare gomma, elastici o anelli tagliati da camere d’aria. Occorre trovare il giusto compromesso di contrappesi perchè il motorino prema abbastanza sulla tank per farla girare ma l’attrito con le rotelle non vinca la coppia. Occorre anche avere un motorino con una coppia sufficiente a far girare bene il tutto, il mio da 27mm di diametro è appena sufficiente a 9V, buono a 12, ma ne consiglio uno sovradimensionato, per sicurezza.

Il riscaldamento.

Lo sviluppo del bianco e nero ha parecchia tolleranza, la piu grossa differenza visibile facendo le cose alla buona è una variazione del contrasto, ma i margini sono abbastanza abbondanti. Inoltre l’acqua a 20°C in un ambiente mediamente alla stessa temperatura non scambia velocemente calore; è probabile che basti misurare e riempire inizialmente la vaschetta con acqua alla temperatura corretta e tenere quella per tutti gli sviluppi.

Diverso discorso per il colore: l’acqua a 38 °C in un ambiente a 20 °C scambia velocemente il calore. Questo porta a brutte variazioni nei colori e risultati deludenti. Occorre quindi tenere sotto controllo la temperatura. Io ancora non l’ho fatto, ma possono esserci piu soluzioni: la prima è acquistare uno di questi Novatronic Heater, la seconda acquistare un termostato e un cavetto riscaldante per acquari. Ad esempio pare che questo funzioni bene.

Aggiungerei anche una piccola pompa per acquari per far circolare l’acqua e un termometro ulteriore per il controllo piu accurato della temperatura.

Se non avrete fretta, male che vada, avrete speso 120 euro. Se mi dite che le Jobo si trovano a 150 euro… beh, sicuro, ma voi cercatela. E sapete come muore che vive sperando…

L’ultima modifica a cui potrei pensare è un sistema che inverte la rotazione ogni 10 secondi, per avere uno sviluppo piu uniforme, ma occorrono competenze di elettronica che al momento non ho. Ma parliamone.