Il blog di Maurizio Polese

Tag: scansionare

Sviluppo del bianchennero per scansione.

Qui si parla di tecnica, se t’annoia non ti curar di me e passa oltre.

Per quelli che trafficano con le pellicole bianchennero e scansionano i negativi lascio due consigli. Non prendeteli come ricette esatte, ma come consigli. Io ho sbagliato per tanto perchè non provavo, voi provate così e colà e poi valutate.

Se sviluppate da voi il bianchennero conoscerete la Dev Chart. Eccellente, quanto Wikipedia. I pignoli storceranno il naso, ma almeno c’è un’ottima base di partenza. Non prendete questi tempi come esatti, non prendete neanche i tempi dei fogliette venduti con le pellicole come esatti, perchè il processo ha molte variabili. Poniamo che per abitudine esponiamo il giusto e sviluppiamo alla temperatura giusta. Molto dipende da come agitate. Io uso quasi sempre la rotazione continua, o con le sviluppatrici oppure facendo rotolare la tank sul pavimento, così da usare meno liquidi (molti meno); per questo devo ridurre il tempo di, diciamo, un 30% perchè agitando continuamente il contrasto aumenta. Dovrei però aumentare il tempo, forse,  perchè uso parecchio meno liquido del necessario, visto che ruotando non serve che la pellicola sia sempre sommersa, e per questo lo sviluppo potrebbe avere meno efficacia, ma non l’ho mai tenuto in considerazione.

Io sviluppo per scansionare. Un negativo leggero si scansiona meglio, molto meglio, di uno denso che non lascia passare la luce. Un negativo leggero dà anche un’immagine piu morbida, delicata alla vista. Una pellicola negativa darà anche foto scure piu belle di quanto può fare una macchina digitale, per motivi che non vi spiego qui. La grana inoltre si forma a fiocchi nelle zone piu dense, le piu chiare nella foto finale, ma questa così non mi è mai piaciuta. Se anche il vostro scopo è la scansione vi consiglio di ridurre ancora il tempo di un’altro 20%.
Ma rispetto al totale o rispetto al 70%? Non ne ho idea, fate voi. Tanto le variabili sono così tante che alla fine cambia poco.

Un po mi fan sorridere quelli che sviluppano precisamente per i 12 minuti e 35 secondi indicati dalle tabelle, perchè lo facevo pure io all’inizio, e come vedete sbagliavo di 6 minuti, piu o meno.

E se non vi fidate della mia faciloneria leggetevi che dice Michael Kenna, non uno qualsiasi, sul suo sito:

I advise my students to develop their film about 10% less than whatever they normally do for daylight exposures. This is a good starting point. Serious night photographers may use any one of a dozen or so compensating developer methods to reduce the predictable contrast increase. Personally I’ve given up changing my developer times for different conditions. I now process everything 11 1/2 minutes, D76, 1:1, 68 degrees and work out any adjustments at the printing stage.

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Fotografia analogica per beginners

Questo articoletto nasce dal fatto che negli anni ho istruito o convertito un sacco di amici alla fotografia in pellicola, ma puntualmente questi mi chiedevano lo scanner.
O di scansionare io le loro foto.
O anche di sviluppargliele e poi scansionargliele.
Credo di essere l’unico al mondo ad aver comprato uno scanner, se non fossi generoso a quest’ora sarei già stato ricco. Questo articolo servirà a istruire tutti quelli che iniziano a scattare foto in pellicola, rapiti da uno curioso entusiasmo, ma poi non sanno che farci con queste. Dopo aver provato l’emozione di scattare mettete in conto il budget per farci qualcosa con queste pellicole. Potrete sviluppare, scansionare o stampare, da voi o in laboratorio.
Sono appunti sparsi, un’infarinatura non esaustiva, per principianti assoluti; se non lo siete passate pure avanti.

Tipi.
Grosso modo ci sono tre generi di pellicole. Ognuna va sviluppata con un suo processo, standard o meno: negativo bianchennero, negativo colore, diapositiva colore. Si possono far sviluppare nei laboratori o minilab dei negozi o sviluppare in casa da sè. Nei laboratori o nei negozi si consegna la pellicola e si ritira poi processata. Si può scegliere di avere delle stampe (ormai tutte digitali) o un cd con le scansioni. Servizi cosidetti professionali o stampe particolari saranno migliori e piu costosi, ovviamente.

Pellicole Bianchennero: sono le piu antiche, si sviluppano con processi non standard e si ottengono negativi. Si possono scegliere i chimici a seconda dei gusti e del risultato cercato, e cambiare diluizioni e tempi. Qui tutta una serie di combinazioni. Per iniziare una vale l’altra, capirete le differenze con gli anni. I negativi si possono scansionare o stampare in digitale, oppure con l’ingranditore e i chimici, da sè. I laboratori ormai lo trattano come un processo “speciale” perchè poco diffuso, e generalmente non è economico. Molto piu economico farlo in casa. Difficoltà dello sviluppo: facile.

Pellicole Negative a colori: sono le pellicole piu diffuse, quelle del supermercato. Si ottengono negativi da scansionare o da stampare, in via digitale o con l’ingranditore. Lo sviluppo è standard, detto C41, diffuso ancora in quasi tutti i negozi. Si può fare in casa, anche se non è conveniente quanto il bianchennero. Difficoltà: media, tendente al facile.

Pellicole Diapositive: sono le pellicole a colori da proiettare. Dalla pellicola si ottengono immagini finite, positive. Si possono proiettare, scansionare o anche stampare in digitale. La stampa con l’ingranditore è difficile (metodo Ilfochrome, ex Cibachrome). Processo di sviluppo E-6, generalmente il piu costoso. Difficoltà nel farlo in casa: ostico.

Inoltre ci sono:

Pellicole istantanee.
Meriterebbero un capitolo a parte. Sono le famose Polaroid, azienda ormai defunta, ma riproposte dall’Impossible Project, oppure le Fuji. Si usano su macchine apposite ma ci sono dorsi anche per medio e grande formato. Danno fotografie finite.

Carta positiva.
Non è un sistema ortodosso né molto diffuso, lo scrivo qui solo perchè può essere pratico per chi inizia: la Harman produce una carta fotografica positiva in bianchennero (pellicole e carte sono generalmente negative) con cui si può avere una fotografia finita solo esponendola e sviluppandola come carta fotografica. Si può usare facilmente in macchine stenopeiche fatte in casa (scatole di cartone), o negli chassis per banchi ottici.

Formati.
Dipendono chiaramente dalla macchina. Ne esistono vari, si dividono in:
Piccolo formato: i 135 sono i rullini classici, il formato piu comune. Si ottengono di solito fotogrammi 24x36mm. In digitale è l’equivalente del mitologico Full Frame.
Medio formato: I rulli 120 hanno la pellicola ben piu grande dei rullini comuni. La pellicola è un nastro continuo, protetto da carta, avvolto su un rocchetto. Il fotogramma ha un’altezza costante di 6 cm (o poco meno per la cornice non esposta) ma una lunghezza variabile a seconda della macchina: 6×4,5, 6×6, 6×7, 6×9, 6×12 centimetri, eccetera. Il piu conosciuto è il 6×6, quello delle foto quadrate, con cui si ottengono 12 fotogrammi per rullo. Sono i rulli usati nelle Hasselblad, Rollei e Holga.
Grande formato: le pellicole piane si usano nelle macchine a soffietto per capirci (banco ottico), ma anche nelle scatole con fori stenopeici. Erano principalmente professionali, per via delle dimensioni, gigantesche rispetto ai rullini. Poco pratiche, vanno inserite in chassis. I formati piu comuni sono 4×5″ (pollici, ovvero 10,2 x 12,7 cm, dette 10-12), il 5×7″ (13-18),  e 8×10″ (20×25 cm). Attenzione che esistono anche le 9×12 cm, da non confondere con le 4×5″, gli chassis sono diversi internamente, ma hanno la stessa dimensione esternamente. Si può processare anche un solo scatto per volta.

Oltre a questi ci sono formati APS, 110, 127, piane piu piccole o piu grandi, e decine di altri obsoleti, ma diventano ostici da reperire e utilizzare.

Lo sviluppo.
Le pellicole si possono far sviluppare in laboratorio (se non lo fanno i negozi la spediscono in ormai pochi centri) o in casa. Il bianchennero è consigliabile farlo in casa, per via della facilità e del costo, per gli altri tipi non si può dire lo stesso. Se volete fare da voi iniziate con questo, perchè piu tollerante agli errori, meno complicato, piu veloce e molto economico.
Per sviluppare da sè il bianchennero sono necessari: una tank con spirale (contenitore apposito), un termometro che misuri 20°C o una stanza a 20°C, due prodotti chimici (rivelatore e fissaggio), una caraffa graduata, una molletta o pinza per appendere la pellicola ad asciugare, acqua corrente, un orologio. La tank va caricata al buio. Eccetto la tank e i chimici tutto il resto si trova già in casa, o al supermercato. Per iniziare diffidate da ciò che è fotografico, costa 10 volte tanto e non vi è necessario. Il resto è accessorio. Il costo iniziale può stare sotto i 50 euro.
I negativi a colore si sviluppano in modo simile (processo standard C41) ma hanno bisogno di almeno un passaggio in piu, e di temperature piu alte. Piu è alta la temperatura piu sarà difficile mantenerla costante. Le diapositive (processo standard E-6) hanno bisogno di temperature alte e costanti al decimo di grado. Per nulla tolleranti, serve grande attenzione.

Stampa e scansione.
Ecco, e una volta sviluppata la pellicola che ci fate? Potete:
– farla stampare o scansionare in negozio, ormai con sistemi digitali.
– scansionarla da voi: occorre uno scanner che possa farlo, non tutti lo permettono. I prezzi partono da un centinaio di euro per uno scanner dignitoso, se anche per medio formato circa 200 euro. Esistono scanner piani (per documenti) che possono scansionare anche pellicole, o dedicati solo a queste. Potete anche tentare di ri-fotografarla in digitale. Otterrete un’immagine negativa che va invertita con un programma di ritocco (photoshop et similia). Qui la spiegazione di un sistema ben congegnato. Sono sufficienti una digitale con un obiettivo macro, un supporto dove appoggiarla, un piano luminoso omogeneo.
– stamparla da voi, se negativa, con ingranditore, bacinelle, prodotti chimici, in una camera oscura. Un’alternativa è la stampa a contatto: viene usata per stampare provini, ma con pellicole di grandi dimensioni si ottiene un prodotto finito. Per questa non è strettamente necessario l’ingranditore.
– se diapositiva può essere proiettata o scansionata. La stampa con l’ingranditore ormai non è piu praticata.

La stampa è genericamente di due tipi: digitale, con la pellicola che viene prima scansionata, oppure “analogica”, attraverso l’ingranditore, su carta chimica fotosensibile. Esistono metodi ibridi, con la scansione che viene proiettata su carta chimica che viene poi sviluppata. La stampa con l’ingranditore comporta qualche difficoltà in piu dello sviluppo, necessita di piu spazio e di un luogo adeguato, quindi piano, fate una cosa per volta.

Dove trovare il materiale.
Ormai sono pochi i negozi di fotografia ben forniti di materiali analogici. Se provate a comprare qualcosa di diverso dai rullini di negativi a colori probabilmente li pagherete salati. Se chiedete pellicole piane vi diranno che è dall’800 che non si usano piu. Ma non disperatevi, ci sono ancora molte speranze e tante sorprese. Online si trova tutto.
Negozi online validi ed affidabili in Italia sono: Westernphoto, Fotomatica, Ars-Imago, Puntofoto. Vedrete che la fotografia analogica non è costosa come si può credere, pur di fare da sè e fare scorta di materiale, per spalmare il costo della spedizione.
Inoltre c’è ebay e una serie di negozi in Europa. Da fuori Europa attenzione, tra tempi lunghi e possibili tasse doganali non conviene molto.

Oltre a tutti quelli qui sopra esistono, o sono esistiti, molti altri processi di sviluppo e formati di pellicole. Si possono modificare le macchine fotografiche per adattarci altri formati. Si può sbagliare intenzionalmente il processo di sviluppo per avere colori psichedelici (o porcherie inutilizzabili). Si possono mischiare composti chimici per farsi i reagenti in casa. Si posson sviluppare pellicole con caffè e vitamina C. Si possono sensibilizzare lastre di vetro o supporti di ogni genere. Si possono usare tecniche alternative antiche (ma se sono antiche ed alternative i motivi ci saranno).

C’è da sbizzarrirsi, insomma.

Ps: ho pensato che forse dovevo aggiungere un paragrafetto sul perchè uno dovrebbe usare una tecnologia così obsoleta e antiquata e inquinante e difficile e costosa e macchinosa per fare foto.
Poi però ho pensato che se siete arrivati a leggere tutto questo la risposta è già dentro di voi.

Pps: chi vuole fare il passo successivo e iniziare a usare la camera oscura troverà un bel riassunto su Nadir.it.